mercoledì 1 giugno 2011

Einaudi ed i suoi titoli

io ed Einaudi viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda nelle medesime nuvole bianche. E' un divenire, andare e ritornare da quel blu oltremare che un lunedì c'ha fatto incontrare. Ero in volo, volevo sparire, tenere l'origine mia nascosta durante 'sta primavera che di bello crea solo le rose. 'Ascolta' m'hanno detto.'Ascolta il rumore delle onde, tutto l'amore che creano questa notte. Non sono come i giorni dispari che segnano il passaggio da una mattina al di là del vetro ed una nel limbo. No.  Loro ti segnano, ti perforano il Dna. Un po come quando vedi due tramonti, mi dirai "ma due tramonti quando li vedi" quando riesci ad uscire fuori dal mondo, a viverti a pieno gli ultimi fuochi dei tuoi giorni più felici e poi spegnere i pensieri, metterli in time out. Hai capito come devi ascoltare ora? Le orecchie non ti servono, annullano i contatti e ti fanno provare le stesse sensazioni di un acquario senza pesci. Io le prime parole che ho ascoltato furono quelle di mio padre presentatosi sotto falso nome: comparve di nuovo la luce nei miei occhi e lì ho capito il segreto. Le orecchie non servono, quelle sono la fine dell'inizio. Servono l'anima ed il cuore'. 
Mi ero persa, sì, tra le note di quel pianoforte, tra quegli 88 tasti bianco- neri, tra quelle parole che non erano pronunciate, ma intrappolate nei titoli delle sue canzoni. Sì. Ho capito tutto. Da oggi ascolto, non sento più....

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