martedì 31 maggio 2011

grazie perchè, anche lontano, io tendo la mano e trovo la tua...

poi ti ritrovi a dover dir Grazie.
Grazie a te che, anche se ti assillo, non dici mai no.
Grazie a te che ci sei sempre anche quando non ti si vede.
Grazie a te che di 'sti chilometri che ci dividono, te ne freghi.
Grazie a te che mi vuoi bene pure se io a stento te lo dimostro.
Grazie a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande.
Grazie a te che non mi sei sorella, ma poco mi frega.
Grazie a te che trasformi la lontananza in bazzecole.
Grazie a te che vivi la vita mia al contrario.
Grazie a te che mi fai superare tutti i limiti.
Grazie a te che 'no' non lo conosci e 'sì' è l'apoteosi tua.
Grazie a te che provo a fare meglio ogni giorno.
Grazie a te che faccio finta di niente, alzo le spalle e vado avanti.
Grazie a te che se Dio mi da la forza io la trasformo in pazienza.
Grazie a te che le paranoie mie le ascolti e risolvi tutte.
Grazie a te che le parole ora m'escono e non sono lacrime.
Grazie a te che trasformi un giorno grigio in rosso.
Grazie a te che penso positivo.
Grazie a te che son meno triste se almeno ti parlo.
Grazie a te che mi fai odiare Roma e tutti 'sti chilometri.
Grazie a te che una domenica fra di noi ci 'sta da dio.
Grazie a te che mi riesci a dire 'ti amo' 697988988 volte ed io neanche una.
Grazie a te che mi riempi di complimenti e parole belle che io non dono.
Grazie a te che capisci ogni mio singolo punto esclamativo.
Grazie a te che comprendi le parole nascoste dietro 3 punti di sospensione...
Grazie a te che se non mi faccio viva la bacheca mi si intasa.
Grazie a te che 'st'amicizia folle va avanti da tempo.
Grazie a te che la paura non la temo e dei giudizi degli altri me ne frego.
Grazie a te che ti stai subendo 'sto post brutto come la morte.
Grazie a te che le crisi nevrotiche mie le calmi.
Grazie a te che le mani maledette le capisci!!!
Grazie a te che mi capisci da uno smile.
Grazie a te che ci sei sempre stata e da poco ti vivo.
Grazie a te...

Grazie, e non smetterò mai, grazie, di dirti grazie. Grazie, perchè ci sei sempre stata, grazie, ti ho scoperto da poco, grazie, e spero di non vederti mai, grazie, andar via, grazie. E non lo so, grazie, quando riuscirò a ringraziarti, grazie, una volta per tutte. Grazie. Sei importantissima per me, grazie, e pure tutti 'sti grazie disseminati, grazie, non bastano a dirti quanto ti son riconoscente, grazieeeee. Grazie amore mio, grazie amica mia, grazie cugina mia, grazie Stella mia, grazie...
Grazie di sopportarmi e di scusarmi per ogni volta che non dimostro quanto ci tengo a te. Grazie mon amour...

non basta maiii!!!

e ogni tanto pure Facebook sbaglia, sì. Ho fatto un giochetto stupido, uno di quelli che fai quando il tempo non passa e la mente deve essere, per forza di causa maggiore, impegnata. Si chiama "dettagli amicizie" e l'ho fatto, sì c'ho perso ben cinque minuti, perchè è proprio vero che non tutto quello che vedi corrisponde alla realtà. E mi ci sono fatta pure male sai?? Vedevo il tuo nome accanto al mio. Bellissimo. Vedevo le cose che ci accomunavano: 2 pagine, qualche commento e molte tag tue. E piangevo. Piangevo, che posso fare di più? Urlare tutto al mondo? Non posso. Scriverti? Non voglio disturbarti. Venire li da te e farti mio? Pare brutto. Ed ho preferito piangere, almeno mi son fatta male solo io e te sei rimasto al riparo, fuori da sguardi colpevolizzanti e dita accusatorie. Ho visto e ci son stata male, non per quello che diceva lui, ma per quanto non fossero vere. Perchè io lo so che non è così, che abbiamo molte più pagine, inchiostro e parole in comune; io lo so che quei due nomi vicini ci stanno talmente tanto maledettamente bene che la gente l'invidierebbe ora, per sempre e nei secula seculorum. Amen. E piangevo. Per poco il computer non si trasformava in un laghetto di pensieri confusi e lacrime pure come una bimba cresciuta troppo in fretta. Poi mi sono fermata, anzi, ho fermato le mie paranoie. E non è stato facile, no proprio per niente. Scacciavo ogni brutto pensiero con un sorriso tuo tutto mio, con una parola detta solo a me ed un pezzetto di te donatomi. Così mi son un pochino ripresa. Ora ho asciutto tutto il pc, povero...non ne poteva più. E son paranoie le mie, belle e pure. Ed ora basta, son finite...oppure si son nascoste???

domenica 29 maggio 2011

urlo nel cuore...

e 'sto mondo comincio ad odiarlo. Madri che rinnegano i figli, fratelli che insultano le sorelle, nipoti presi a parolacce dalla finestra. Ma che mondo è questo? Dove sono i vecchi valori?? Tenere dentro le parole solo perchè non puoi o non devi parlare proprio ora, tornare a casa e vedere tua madre raggomitolata in un letto a piangere come una bambina. Son cose che fanno male, che ti segnano e fanno crescere male. E sei una nonna, una figlia e prima di tutto mamma. E mi fai pure schifo, mi fai schifo te ed i figli tuoi. No, nonno non era così. Lui aveva capito che mamma tutto ciò che faceva era perchè lo amava, amava quel ragazzo ribelle che ancora m'è padre, nonostante nessuno c'abbia mai scommesso un euro. Era l'unico che se allungava una mano verso mamma non era per tirarle uno schiaffo, ma per asciugarle una lacrima; se bussava alla porta era solo per portarle da mangiare che quel corpo mingherlino neanche la reggeva; se le ha dato queste quattro mura maledette è perchè se l'è meritate tutte, mattone dopo cemento. E che gliene frega a loro... basta che dicono puttanate, sì solo così possono essere definite, e poi tutto va bene. Tocchi loro: diffide. Toccano te: silenzio. E mi sono rotta, rotta amenamente il cazzo di considerare te nonna, ma sei un cane anzi manco un cane, che Lylly è più umana e fedele. Sei una merda, una di quelle che perfino le mosche schifano, una di quelle che c'ha otto facce e a malapena un cervello, quella che è risuscitata dopo la morte di un uomo da far santo, quella che è rimasta bambina e se a sedici anni non si fosse sposata forse sarebbe stato meglio. E mi fa male dir certe cose, ma è la verità. Mia madre piange, io non posso far nulla. Mi viene voglia di urlare, mandare a fanculo il mondo intero e devo star zitta. Non mi sei nonna, non mi siete zii, non ho cugini e non ho una parentela materna. Mamma, papà, Monyk, Lylly ed io. Basta. Nessuno più.

Eravamo in apnea, subacquei dell'amore in un mare limpido che si poteva immaginare, odorare, toccare, ma non vedere. Ad occhi chiusi e labbra incollate, avvinghiati l'uno all'altra, ci buttavamo a terra sul freddo pavimento di maioliche color crema del soggiorno. Le mie orecchie captavano suoni famigliari che mi ricordavano l'infanzia. Dallo stereo provenivano note sensuali ed una voce seducente mi diceva di essere in paradiso...

_ Apnea; Massimo Lerose _

amo, qualcosa che si muove su e giù per lo stomaco più freddo della neve...

Amo il fatto che mi hai cercato tu.
Amo le tue smorfie.
Amo il modo in cui rispetti i miei tempi.
Amo il modo in cui dici il mio nome.
Amo il modo in cui mi sussurri le cose.
Amo il tuo sorriso.
Amo la tua risata pazza.
Amo lo stesso humor che ci accomuna.
Amo il modo in cui mi spieghi le cose.
Amo il tuo non costringermi. 
Amo il tuo respiro.
Amo i tuoi occhi chiusi. 
Amo il tuo freddo.
Amo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Amo il modo amichevole di flirtare.
Amo le nostre conversazioni.
Amo le mille attenzioni che mi doni.
Amo che non sei mai a disagio con me.
Amo il tuo modo di farmi sentire a casa mia.
Amo il tuo odore e come penetri nei miei vestiti.
Amo i tuoi abbracci,e quanto siano caldi e sicuri.
Amo il modo in cui i tuoi occhi brillano,quando ridi.
Amo che sei uno stupido certe volte.
Amo il tuo non capirmi a volte.
Amo che non ami i miei giri di parole.
Amo i tuoi ti voglio bene.
Amo essere la tua preferita.
Amo che le nostre mani combacino perfettamente insieme.
Amo che ti preoccupi per me.
Amo il modo in cui mi capisci al volo.
Amo il modo in cui ti fidi di me.
Amo il nostro essere amici speciali.
Amo che mi posso fidare di te.
Amo che sei così vicino.
Amo il fatto di averti conosciuto.
Amo il fatto di essere così ed amo il fatto che siamo solo io e te, non altri, solo noi. Oh non senti come suona bene?? 'NOI e nessun altro' musica per le mie orecchie...

sabato 28 maggio 2011

indefinibilmente mio...

Tutto quello che provo per te è così semplice che a volte è superfluo provarlo a descrivere. Molti, forse, potrebbero chiamarlo amore. Io forse son pretenziosa inadeguata in certi casi ad incastrare i significati sono intollerante alle parole a volte forse mi credo più abile di loro nel sapere certe cose senza dirle o forse vorrei essere una rivoluzionaria nei sentimenti che quelli che ci sono, che chiamiamo, che conosciamo non mi bastano più son banali oramai. Voglio una descrizione, per te che meriti che vada ben oltre ai profumi delle gerbere,  ben oltre alle accordature di chissà quante orchestre, ben oltre la saggezza degli abili nel comporre musiche per innamorati. Per quanto io ami le stelle, per quanto io ne subisca il fascino, per quanto io mediti e mi senta piccola e rapita dalla loro bellezza e da ciò che rappresentano per me, certo io, in alcuni casi, preferirei te al loro posto. E così anche per il suono del mare che partirei seduta stante per andarlo a trovare ma so che non potrei vivergli accanto per tutta la vita. Ogni cosa che amo conserva la sua novità è legata a me ad intervalli e l'amore rimane anche se le cose mi sono lontane ma non potrebbe essere altrimenti non lo desidererei 'sempre'. Invece con te la stanchezza non mi coglie nemmeno nelle cadute nei momenti snervanti, cinici, pungenti allungo la mano verso di te domando qualsiasi cosa pur di sentire la tua voce non scosterei mai lo sguardo dal tuo se non per dormire, pelle contro pelle se non per conservare quel mio lato privato per sentire comunque la voglia di te. Perciò voglio la rivoluzione che 'amore' per te non può bastare non più. Non mi basta più e non mi piace chiamarti così. Oramai ha perso il suo significato, le amiche si chiamano amore, i cani si chiamano amore, le persone si chiamano amore. Non vorrei mai paragonarti a qualcosa di già vissuto, a qualcosa che gli altri anche hanno provato, perchè te devi esser mio e basta. Ti devo differenziare dagli altri, diversificare e proteggere, non devi esser mai paragonato agli altri. Te non sei 'altri' te sei mio e basta. L'indefinibile mio...

in fondo "noi", ha un bel suono...

la cosa che mi preoccupa di noi, è il fatto che non riesco mai a programmare nulla. Non è come con gli altri che, bene o male, sai come sono e puoi immaginare cosa accadrà stando con loro. No, con te 'sta magia non funziona. Ogni volta mi trovo davanti a te e non so se baciarti, guardarti negli occhi o prenderti per mano. Non so se entrare in casa o scappare, portarti la colazione o farti un caffè, leggere nella tua bacheca o aspettare qualche tua notizia, inviarti un messaggio o ricevere un tuo squillo. In balia delle onde, non quelle di Einaudi però! E mi preoccupa non poco, abbastanza direi. Sì perchè ogni volta trovo i miei piani scombussolati, i miei no trasformati in sì dal nulla, parole che galleggiano nella tua stanza ed io non avrei mai voluto pronunciarle, battiti del cuore troppo veloci per i miei gusti e baci repentini. Ma chi mi capisce è bravo. Ecco, fatti i complimenti da solo che io son troppo distante. Anni luce direi, anni luce di differenza scomparsa tra un abbraccio nostro ed un "ti voglio bene" che m'ha fatto venire gli occhi lucidi. Non ti scordo sai? Non lo farò mai, per il semplice fatto che te sei il primo in tutto e prima di tutti. Il primo ad avermi rubato davvero 'sto cuore che ora non fa altro che battere per te e 'sto cervello che di materia grigia non è fatto più. Nei guai sono, seri pure! Ma se son per te non mi pesano, ti voglio e questo è quello che conta. Mi fa male, ma se questo è l'unico modo, ben venga. Disposta a tutto per noi...non senti come suona bene??

parole gialle su uno sfondo bianco con schizzi rossi...

e poi sei felice e non riesci a scrivere quello che hai dentro. Non t'esce nulla di bello. Neanche un "ciao" scritto un po diverso, una virgola messa bene o cose di questo genere. Niente. Scrivi e cancelli, pensi, cancelli e scrivi. E la magia s'interrompe, le parole non ci sono. Forse perchè le cose belle bisogna viverle attimo per secondo, perchè capitano una sola volta e quando succede vuol dire che qualcuno la su t'ha voluto bene. Non l'ho mai capita questa cosa. Perseguita un po tutti gli scrittori, ma io non lo sono! Dovrei rimanerne fuori da queste leggi perverse di chi compie meraviglie mettendo lettere una dietro l'altra. Vorrei imparare sì, ma il mio maestro dice che son già brava così. Lui mi loda troppo, mi affida caratteri che non son miei e poi, sola, non so più andar avanti. So scrivere a mala pena il suo nome accanto al mio. E anche di questo non so il perchè. Oh maestro, lei mi loda troppo!! E' stato lei ad ispirarmi l'apertura di questo blog "si fosse fatto gli affari suoi" direbbe qualcuno! Eppur io la ringrazio, perchè infondo mi ha fatto solo bene lei, lei con quelle parole gialle su uno sfondo bianco con schizzi rossi. 

venerdì 27 maggio 2011

genio e sregolatezza di se stessa...

e poi non so perchè apro 'sto blog e comincio a scrivere. Boh, non lo so. Certe volte neanche mi ricordo la password eppure entro e scrivo. Cosa mi spinge a farlo, a buttare tutti i fatti miei su questo spazio di tutti e che nessuno leggerà, a mettermi al nudo e farmi conoscere senza vesti non lo so. E' un po come ora, non so cosa scrivere e pure scrivo. Non lo so. Ora non m'importa quanti non lo so sto scrivendo perchè non sono più me stessa. Non sono quella che scrive di getto e le escono fuori paroloni assurdi come amore e amicizia, quella che senza pensarci partecipa a concorsi, cerca parole per tutti e poi non riceve un grazie neanche se a pagamento. Ora sto scrivendo solo perchè c'ho davanti 'sto foglio bianco e il blu mi tenta. Oh, l'inchiostro blu ha un'influenza pazzesca su di me! Diamine non gli resisto!! Tutto ciò che bianco diventa imbrattato di blu. Imbrattato sì perchè quello che scrivo un senso non ce l'ha e manco ce lo avrà. Massì, ma scriviamo così, tanto per consumare inchiostro. Ci sto io e Manzoni: 25 lettori lui,  1 io. Eppure dopo c'è stato il rovescio della medaglia, a me al massimo ci sara della maglietta. E non m'importa: scrivo perchè così vivo, perchè ogni tanto 'sti post alla sfasata li devo fare perchè sembrerei falsa e costruita, ma sono pure questo Stella* senza grammatica, interpunzioni, emozioni e con qualcosa che la fa svalvolare nella testa. Stella* è genio e sregolatezza. Genio quando le pare, sregolatezza quando abbandona l'aria da classicista mancata e inizia a parlare in Sanfeliciano. Stella* è una pazza, pazza che scrive per il suo unico lettore: se stessa...

non vivo a metà...

e che me li sto vivendo a pieno questi istanti in cui dividerci fa più male del poi. E' un dolore insolito quello mio, uno di quelli che mi fa capire che non ho vissuto una chimera, ma che ci sei stato; sì sei stato mio. Boh, me ne frego di tutto e vivo. Vivo così tutto quello che mi si presenta davanti e non mi preoccupo più degli altri. Chi c'è c'è, chi non c'è non lo cerco più. E dove sono io? Non sono mai stata così, così distaccata? Forse un pochino menefreghista. Sarà la volta buona che mi curo di me e frego degli altri. Magari sono un po cresciuta, sono un po più donna e un po meno bambina, anche se quegli occhi mentono un po ed il verde è diventato giallo. Eccoti, finalmente sei arrivato. Non sai quanto mi sei mancato, speravo esistessi anche se non riuscivo ad immaginarti, anzi ho sempre e solo sperato perchè non ne ero certa della tua esistenza...per fortuna ci sei, in carne ed ossa: solo per me. E sei su di me, dentro di me, nel tessuto osseo, nella materia grigia, tra le mie mani e le mie emozioni. Non piango più e se lo faccio è solo per gioia, rido come una pazza ed ogni sorriso lo dedico a te, non cerco più le mani di lui oramai voglio solo le tue, non mi trascuro più ora custodisco un segreto troppo grande. L'amore m'ha fatto troppo male, ma te stai curando tutte le mie ferite, anche quelle più profonde, sei la mia cura: sei il mio piccolo universo.

mercoledì 25 maggio 2011

piccoli chierici crescono -.-'

ed ora mi fai far stupide promesse quando te sei il primo ad averle distrutte. Ma come gira il mondo? Di certo non più in torno a te e questo ti da fastidio, odi il fatto che tu non sia più il centro del mio essere, quello da cui fino a un mese fa dipendevo, di non piangere più la tua assenza che si è riempita di un altro profumo. Se ci avessi pensato un po prima. Se mi avessi presa per mano quando serviva e trattenuta quando scappavo ora avremo un bel "noi" da proteggere ed una storia tutta da scrivere. Massì, ma a te cosa importava. Io ero una bambina e te un uomo in carne ed ossa pronto a soddisfare tutte le voglie delle dolci donzelle presentatesi al tuo cospetto. Dio che stupida che sono stata....quattro anni c'ho perso. Quattro anni della mia vita buttati dietro a te che, se prendevi una posizione verso di me, era solo per prender meglio la mira e farmi fuori. Ora mi vieni a fare la predica: ma non ascolto quella del mio parroco dammi un buon motivo per sentire te. Proprio tu poi, te che te ne sei sempre fregato e che se mi vedevi star male eri anche felice, te rovina dei giorni miei che ti permetti di venirmi a fare la morale... lasciale hai filosofi e ai chierici 'ste cose, che non fanno per te...

domenica 22 maggio 2011

amore ecco a cosa appartieni: Amore

forse ti sarai perso in qualche rigo della mia storia scritta con una penna blu-perverso; forse tra poco ci incontreremo o semplicemente ti fermerai a dormire stremato su una virgola ed io ti starò accanto come un "invece" o forse semplicemente t'ho sostituito con un sinonimo e neanche me ne sono accorta. Eppur ci sei stato e ci sei sicuramente, ti devo solo ben cercare tra le "d" e le "b" che fin da piccola confondevo, tra le le doppie lettere e le vocali accentate o non. Lo so che ci sei, lo so perchè t'ho scritto: è solo che non so dove trovarti. Cerco tra "amico", "confidente", "ragazzo" e non ti trovo: faccio una linea storta sulla lista Amicizia e la cancello. Ricomincio. "Nemico", "rivale", "antagonista" e non ci sei: un'altra bella sbarra pure su questa. Antipatico non mi sei. "Compagno", "scolaro", "amico di banco" e mi ricordo che queste cose un po le detesti: scarto presto presto la lista Scuola; vado avanti imperterrita. La cosa va avanti così da mezz'ora, analizzo lista per lista, parola per parola, aggettivo per aggettivo, ma niente: non ci sei. Mi sto quasi per convincere che forse ti ho solo sognato e mi sei sembrato così reale che, svegliatami, pensavo che mi appartenessi. Beh in fin dei conti sarebbe stato uno dei miei desideri realizzati! Ma non potevo essermi immaginata tutto, avevo quelle chiavi, quel pupazzo, quella lettera, quella maglia e quel profumo addosso che mi parlava di te... "chi cerca trova" mi dicevano ed io arrendermi non potevo... Un ultima lista mi stava davanti "Amore" c'era scritto. Non volevo aprirla, non avrei mai voluto farlo semplicemente perchè lui non apparteneva a quella categoria, non poteva starci dentro. "Chi cerca trova". E apriamola allora... "onde", "dune", "casa", "parole", "scuola", "ambizione". Continuo a leggere perchè non capisco. "Mare", "città", "numeri", "opere". Il vuoto, quelle parole non c'entravano nulla con quella lista, non mi ricordavano nulla. Giorno, notte, a scuola, scrivendo; c'ho pensato per un eternità e poi ho capito: l'amore vero sta in tutto?? Le onde amano le dune di sabbia, le case amano i loro numeri civici, le scuole son piene di parole d'amore, l'ambizione crea le opere tramite l'amore e le città con il mare sono le più amate. Allora ho capito: lui era tutto ciò che vivevo ogni giorno e non lo trovavo proprio perchè era diventata la mia quotidianità. Oh era mio allora! Mio e di nessun altro. Mio proprio come quella maglia che metto sempre e anche se la lavo non perde mai il suo profumo perchè ce l'ho stampato in testa. Dio che amore che sei, amore a cinque lettere e "a" maiuscola, amore vero e indefinito come i numeri che ci separano, amore bello come i tuoi occhi da cui separarmi non posso e quelle mani che non lascerei mai. Amore, ecco a cosa appartieni: Amore.


Io vorrei che migliaia di farfalle colorassero l'aria intorno a me poi, vorrei vederle tutte quante, come un vestito, posarsi su di te. Così... vorrei così: così... sognarti così. Quando la festa comincerà tu sarai regina tutta la gente si fermerà a guardarti stupita. Per i miei occhi tu splenderai bella come il sole infiniti voli del cuore, infinita felicità quando penso che tu sei per me... per sempre. Poi come fa il vento con le rose vorrei spogliarti soffiando su di te. Così... vorrei così: così... amarti così. Quando la festa poi finirà torneremo a terra tutta la gente si ricorderà d'aver visto una stella. Per i miei occhi tu splenderai bella come il sole infiniti voli del cuore, infinita felicità quando penso che tu sei per me... per sempre.

_ per me, per sempre; Eros Ramazzotti _

venerdì 20 maggio 2011

63:23

Diego, Stella e Star Light... tre nomi, tre vite, tre personaggi: MIEI personaggi. Eh già, loro sono le mie prime piccole creature, quelle uscite dalla penna ingegnosa e dalla mente laboriosa; quelle che sono entrate nel mio cuore e rimarranno lì fino ad ottobre o forse per sempre; quelle del primo concorso e della prima lettura di occhi estranei; quelle che sono state dettate dal cuore e dalla voce del mio migliore amico. E' nato così, tutto per gioco. Entri in un nuovo mondo e neanche te ne accorgi, non perchè non te ne importi nulla, ma per la sua infinita grandezza proprio come la paura di Diego, l'incertezza di Stella e la tenacia di Star Light. Era la prima volta che mettevo piede in quell'universo, ero sola e anche impaurita...per fortuna che mi sei venuto in soccorso e mi hai presa per mano. Non ho dormito per tutta la notte quella sera: dovevo farlo leggere a lui che in fin dei conti è un pezzetto del mio cuore, lui che mi ha ispirato tutto e che mi ha sempre incoraggiato. Un po glielo dovevo, lo dovevo a lui e alla nostra amicizia. Quella alla base del mio racconto, quella che pochi possono permettersi perchè questa è nostra e di nessun altro, quella desiderata e ottenuta, litigata e vissuta, quella di due ragazzi che si vogliono bene e se lo dimostrano anche nonostante le parole vuote degli altri. Non m'importa sai? A me importa solo di me, te, noi proprio come in quella storia scritta in sei pagine da una penna blu. Una penna che per i successi che ha ricevuto non penso sia mia perchè tutto questo non me lo merito. Forse non lo meriterò mai... Cielidiparole a stento le capirà, ma di sicuro anche la giuria saprà di noi, di quest'amicizia che va avanti da un anno a questa parte perchè il resto l'ho resettato, non m'interessa più. Ora è tutto scritto, proprio come il nostro destino che ci dividerà o unirà il più possibile, non mi blocca la distanza: lo so che ci sei. E' a te che auguro quel finale, proprio quello che ha vissuto Diego, perchè non l'ho scritto tanto per consumar inchiostro, ma perchè era per te: ispiratomi da te. E fregatene di quel Matias che non crede nelle favole, che vuole tagliarti le ali bianche di un cigno in riva al lago: vai avanti con i tuoi ideali...i suoi si son già persi. " 63:23" ed ho detto tutto... tutto, tranne che ti voglio bene Diego, ehm Lelly!!

incredulità, folle incredulità...

oggi mi han detto "hai una buonissima facilità di scrittura, scorre tutto molto bene, ottima chiusura, è proprio bella e semplice la frase con cui hai terminato, senza giri di parole in cui tanto ti ci perdi ogni tanto". Tutte queste cose A ME!! Oh ma sono una miriade, ma vi rendete conto?? Oddio sembro Manzoni quando si riferisce ai suoi 25 lettori...almeno lui qualcuno ne ha, io sono letta solo da me e mi atteggio pure. No, no; non se ne parla. (Continuo a parlare da sola...non vi preoccupate!) Penso che quel messaggio lo rileggerò fino all'infinito, fin quando facebook non cancellerà tutta la cronologia e i messaggi sul mio cellulare si disintegreranno. Sono delle parole stupende e sprecate per me...considerando che sono state pronunciate dal più grande scrittore terracinese, non che mio conoscente. Sono davvero troppo, forse le dividerò in sillabe e le assimilerò in piccole dosi. Sono stupefatta, più fatta che "stupe"!!! No, ma non possono essere per me, magari voleva inviare quel messaggio a qualcun'altro e, sbagliatosi, è giunto a me, povera illusa che quel racconto sia degno di essere letto. Massì, farò come il mio protagonista... mi siederò davanti al computer ed, ad ottobre, aprendo l'e-mail di Cielidiparole.com rimarrò soddisfatta di me comunque vada. L'importante è partecipare e considerare che è la prima volta che le "mie parole" volano via dalla finestra della mia stanza. Ora saranno lette e per fino valutate da una giuria. Andrà male, lo so, ma almeno ho tentato... Buonissima facilità di scrittura (eppure scrivo le prime cose che mi vengono in mente, le butto lì su di un foglio senza tanto pensarci), scorre tutto molto bene (ma se non mi piace neanche una virgola di tutto quello che scrivo!!), ottima chiusura (scusa è, ma quando ho iniziato?), è proprio bella e semplice la frase con cui hai terminato ( grazie!! E' l'ultima!! Arrivi lì e dici "sia lodato lo strazio è terminato" perciò ti piace!) senza tanti giri di parole in cui tanto ti ci perdi ogni tanto (ok, questo è super vero...almeno una cosa!)...nonononono...non era destinato a me...Qualcuno di voi aspettava un messaggio da uno scrittore?? Ve lo restituisco, non fa per me!!

rubo nella memoria...

e non lo so poi perchè mi ostino tanto a voler entrare nel tuo mondo e rubarti tutto, uno sguardo in una vecchia foto, un giocattolo rotto con tuo fratello, uno spigolo di vita che ti fa male, le prime volte, lo sguardo da furbetto dopo aver combinato un guaio e l'abbraccio tuo più sincero. E' sempre così, rubo qua e là ricordi che dissemini nella tua stanza, in quella dove entro sempre più spesso e che sento sempre più egoisticamente mia. M'appartieni, appartieni a me, al mio cuore, alle mie mani e pure al mio corpo; da poco, ma m'appartieni. Sono inscindibile da te oramai, ti tocca sopportarmi!! Mi basta un angoletto sà?! Uno piccolo, pieno di polvere e ragnatele: poco m'importa...se questo è l'unico modo per stare con te e carpire per far mia ogni tua piccola smorfia, ben venga. Non mi lamenterò mai, mi faranno santa e raggiungerò il mio apogeo come dice Federico!! Ossì, credo in te ecco perchè lo farei. Credo in quello che abbiamo creato, che ci siamo detti piano piano, senza voce, quasi come per suggellarlo e renderlo più vero.  In fin dei conti così funziona: le cose che urli al mondo sono quelle che poco t'importano, ma quelle che tieni segregate nel nodo alla gola sono le più profonde, intrinseche di sentimenti, emozioni e verità. Già...verità. Quella che non c'è mai stata e mai ci sarà, sostituita dalle bugie dette solo per non ferire e tradire le alte aspettative. Prima o poi farò il passo, seppur più lungo della gamba. Mi farò male, ma l'ho voluto io, forse noi. Dai, non voglio pensarci ora...devo concentrarmi e rubare il colore degli occhi che nasce in te quando guardi il mare...dio, vorrei essere lì con te, in te....

mercoledì 18 maggio 2011

son scoppiata tra le braccia di qualcun altro...

hai detto che le mie parole "ti ci hanno fatto rimanere di merda!" frase tua è. Non sarei mai così scurrile, come te che hai mandato a fanculo due anni di "relazione" per non dirmi "buongiorno stronza", per non tenermi la mano davanti a quattro o cinque sbarbatelli che in fin dei conti ci sarebbero solo rimasti male, per non fermare le mie parole quando ti volevo far male e dirmi "piantala di far finta di star bene". Ma ti è mai importato?? Forse dovrei essere l'ultima persona a parlare, quella che in un giorno ha commesso più colpe di Pilato lavandosi le mani e Bruto e Cassio uccidendo Cesare, ma parlo, parlo perchè fino a un mese fa eri mio e mi stava pure bene. Ora non lo sei e non so come mi sta. Sono strana e contorta, tempo fa avrei versato tante lacrime da superare il Lago di Paola, ed ora quel che mi rimane è solo un sorriso. O son pazza io, oppure sta volta hai capito che ho preso in mano il mio mondo e ne ho fatto un disastro. A volte va pure così, un po come questo post scritto a cazzo, nel momento di sclero più totale, con le prime parole che mi vengono in mente neanche pensandole. T'ho parlato, ho finito quel silenzio stampa che mi perseguitava da un mese. Boh, tanto non t'ho capito: ho solo ascoltato e non sentito la tua voce che per una volta usciva fluida da quella bocca che prima, a stento, non avrei baciato mentre gli occhi cerulei diventavano rubini intensi. Il cuore però non s'è fermato. Anzi, batteva regolarmente. Brutto segno, forse tutto è passato o forse qualcuno è passata. " Ehi, ma te la dai una svegliata??c'è lui che ti vuole, scavalca ponti tra mente e cuore per te...perchè non lo raggiungi??", m'ha detto ed io l'ho pure ascoltato. Una, due, tre, pure quattro volte, ma alla quinta non puoi resistere; un po come i pesci palla: prima o poi o ti sgonfi o scoppi... E son scoppiata, tra le braccia di qualcun'altro. Qualcun'altro che non lo sa, anzi, lo sa ma a metà!!

martedì 17 maggio 2011



Ora vi racconto una storia che farete fatica a credere perché parla di una principessa e di un cavaliere che in sella al suo cavallo bianco entrò nel bosco alla ricerca di un sentimento che tutti chiamavano: amore. Prese un sentiero che portava a una cascata dove l'aria era pura come il cuore di quella fanciulla che cantava e se ne stava coi conigli, i pappagalli verdi e gialli; come i petali di quei fiori che portava tra i capelli. Il cavaliere scese dal suo cavallo bianco e piano piano le si avvicinò. La guardò per un secondo poi le sorrise e poi pian piano iniziò a dirle queste dolci parole: "Vorrei essere il raggio di sole che ogni giorno ti viene a svegliare per farti respirare e farti vivere di me. Vorrei essere la prima stella che ogni sera vedi brillare perché così i tuoi occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con te. Vorrei essere lo specchio che ti parla e che a ogni tua domanda ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella". La principessa lo guardò senza dire parole e si lasciò cadere tra le sue braccia. Il cavaliere la portò con se sul suo cavallo bianco e seguendo il vento le cantava intanto questa dolce canzone: "Vorrei essere il raggio di sole che ogni giorno ti viene a svegliare per farti respirare e farti vivere di me. Vorrei essere la prima stella che ogni sera vedi brillare perché così i tuoi occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con te. Vorrei essere lo specchio che ti parla e che a ogni tua domanda ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella".

_ Favola; Modà _

plasmato da te...

una notte strana la mia accompagnata da un Tiziano Ferro diverso ed il pensiero tuo fisso nella mia testa. M' è nato un sorriso tutto nuovo sta notte, non quello ebete che di solito si sfoggia nelle foto di fine anno scolastico, neanche uno malizioso da mettere come immagine del profilo su facebook, era particolare: inaspettato soprattutto. Non lo so, me lo sono ritrovato addosso e m'è pure piaciuto. Mi faceva stare bene, come quell'anello regalo di mio nonno dai poteri inestimabili. Ne ho sempre voluto uno, ma non l'ho mai trovato. Non sapevo dove lo vendessero e anche cercandolo alla fine mi convincevo che non c'era e mi accontentavo di quello plastificato che ho, o meglio, avevo. Era un po contorta la cosa e lo è ancora di più ora che ci penso. Ero assorta dall'ascolto del mio amore! So per certo che l'album era "AME", ma la canzone proprio non me la ricordo. Improvvisamente mi sei venuto in mente tu, bello come non mai, al mio fianco. Non ci dicevamo niente, non ci sfioravamo neanche. Mi bastava guardarti negli occhi e capire tutto: capire che me ne sono andata di testa e che sono irrecuperabile! Mi accarezzavi le labbra mentre sorridevi più col cuore che con il viso. Ti seguivo, forse volevi insegnarmi quell'arte che ti riusciva bene: quella di rendermi felice con le piccole cose...

domenica 15 maggio 2011

gli occhi fanno quel che vogliono, niente meno niente più...

solo una cosa te la farebbe riconoscere tra mille: i suoi occhi. I suoi occhi erano sempre più chiusi, li teneva così per paura di soffrire ancora di più, aveva una paura folle di vedere quel mondo così insensibile, che pian piano la schiacciava, li teneva appena aperti, al massimo per vedere dove appoggiava i piedi per camminare, per non cadere ancora più giù, magari in un tombino lasciato aperto da un operaio disattento, non le importava più niente di se stessa, si stava lasciando andare, cominciava a non mangiare e non uscire più di casa, quegli occhi avevano visto già troppo, non ne potevano più, di vedere ancora quelle sofferenze, quelle ingiustizie fattele davanti come se lei non ci fosse, di parole dette solo per far rumore e rompere in mille pezzi quel cuore, quelle cose che non le permettevano più di vivere.Poi un uragano, niente più. Un'ora d'amore intenso e nulla fu più. Adesso lei spalanca quegli occhi verdi,grandi, che ha, ha ritrovato la forza per rialzarsi, vuole vedere il mondo nella sua bellezza, vuole combattere, reagire, lottare, pur essendo sensibile, per questo motivo più vulnerabile, rimane tale, perchè crede che la sensibilità non sia affatto un difetto, anche se ti fa soffrire di più, ma un pregio per svariati motivi; nonostante tutto ha l'energia e la voglia di rialzarsi, e spaccare quel muro, facendo così entrare di nuovo la luce, dimostrando a tutte quelle persone insensibili che le hanno voltato le spalle, che lei a piccoli passi, ce la farà a risalire dal suo buio oblio. Non si ferma sai? Imperterrita continua il suo cammino, sensibilità e umiltà; umiltà e sensibilità. Con questo si va avanti. La volevano vedere sprofondata, per terra in mille pezzi, come un bicchiere  caduto dalle mani di un commensale, ma lei li ha fregati. Si è rimboccata le maniche, stretto i denti e iniziato la battaglia. Ora sì che è uno spettacolo, rende giustizia a quegli occhioni verdi che fanno sorridere il cuore a chi la osserva. Ora sì che tutto va come deve andare, gli occhi devono essere chiusi solo quando si è in torto non quando si ha troppo la coscienza a posto agli occhi degli altri. Gli occhi, specchio dell'animo umano più limpido...

coppia perfetta: egoista lui, impazzito l'altro...

perchè quando il cuore soffre, il cervello non fa mai un minimo sforzo per aiutarlo? Si odiano proprio tanto questi due: cane e gatto nello stesso corpo, quello che fanno morire, poco a poco, ogni giorno con i loro litigi. Dovrebbero essere, come in una bella famiglia, padre e madre portando un sorriso dopo uno schiaffo, un bacio dopo una brusca caduta e una parola di conforto dopo l'ennesima delusione. Dovrebbero, dico bene. Invece nella maggior parte delle cose non va così. E' un po come succede per i colori, magari te ami il rosso, provi un vestito così e il cervello ti dice "sarà pure il tuo preferito, ma ti sta proprio male". La stessa cosa succede con le persone. Lo vedi tra la gente e il cuore parte all'impazzata, il cervello dice "ah, ma ci risiamo? Ti piace proprio soffrire è?!" ma te ne freghi: lui batte, lui è vivo e lo vuole. Lo vuole, vai e te lo prendi. Ma quanto dura quel battito? Giorni, mesi, anni e poi? Poi dove finisce? Nella materia grigia del tuo cervello. Ecco perchè non vanno daccordo, ecco perchè si odiano profondamente e quando uno batte l'altro piange. Cervello è stanco di tenere dentro di se ricordi inutili di gente superflua, è stanco di essere una conseguenza dei battiti cardiaci, lui combina i guai e poi scarica tutto il peso su gli altri. Egoista questo cuore. Batte lui, tutti felici. Impazzito questo cervello, "ti fa male" dice lui e nessuno lo ascolta. La triste realtà di dir sempre la verità...

credevo...con te...

credevo di essere invincibile. Di non innamorarmi mai di chi ha la mia stessa passione, di non tradire mai qualcuno per "non fare agli altri ciò che vorresti non fosse fatto a te", di non deludere mai "qualcuno perchè il cuore pomperebbe rabbia al posto del sangue, di non curarmi degli sguardi alterni e di capire parole che poi non erano mai state pronunciate. E ho fallito: c'ho perso una bella guerra con te. 
Credevo di essere sincera con me. Di non farmi piacere quelli a cui piaccio, di non cedere alle lusinghe primaverili, di non cadere nella trappola dell'età, di non essere vittima nè tiranna bensì quello che si è e si fa. C'ho provato e male m'è andata.
Credevo di essere intelligente. Di non buttarmi in quegli amori che sono talmente folli che solo la Walth Disney scrittura, di non giocare più con le parole, di non diventare schiava delle abitudini e di non affezionarmi subito a qualcosa che ora c'è e domani chissà.
Credevo di essere al di sopra di te, super partes per dirla alla latina. Di non concederti baci nascosti, abbracci mozzafiato, parole diabetiche, lettere private, quaderni a cuori piccoli, scritte sul banco rosso dell'amore, battiti accelerati, sguardi verde-speranza, smorfie provocatrici e mani desiderose. Me lo avessero detto: nulla mi ci sarei giocata.
Con te c'ho perso la battaglia, l'esodo e tutti gli scontri possibili e immaginabili. Con te c'ho perso la vita e due anni di essa. Con te c'ho perso la tristezza e tutto quel grigiume che a dosso proprio non mi stava bene. 

ciao "forever"...

Caro amore, tutto bene? Perché se vuoi, io son qui per darti un abbraccio che quasi ti fa soffocare, ma sorridi, con quelle tue labbra che sembrano disegnate. Ti porto ad una festa, non quelle dove son tutti un po’ cretini, quelle sotto al cielo dove si balla e si aspettano le stelle cadenti per darsi un bacio che dura una vita. Ci scriviamo "forever" sul petto, coi pennarelli indelebili, così resta. Crediamo nella terra che abbiamo sotto ai piedi, che calpestiamo ogni giorno, che ora ci tiene uniti. Speriamo in una pioggia di caramelle, per tutto il mondo. Quelle gommose, così son più facili da masticare, che magari un po’ di sorrisi t’entrano nel sangue. Respiriamo lo smog che sa anche un po’ di noi, sa un po’ di macchine, di benzina e di parole arrestate dal silenzio. Tocchiamo le stelle e ci sporchiamo le mani di giallo, più giallo del sole. C’illuminiamo a vicenda, con due lanterne ed un amore solo. C’ascolteremo ancora la traccia del nostro noi. La scarico da internet e la metto nell’mp3, poi l’ascoltiamo insieme, così ci ricorderemo ancora una volta di noi. Scriviamoci sul cuore, tutto ciò che vuoi. I pregi e i difetti. Le figure di merda e una persona che ci sta antipatica. Ci scriviamo tutto ciò che ci passa per la testa. Poi inizierò ad agitare le mani per mandare via quell’aria che sa di noi, di smog, di benzina e di parole arrestate dal silenzio, e inizierò a respirare te. Ti sussurrerò che sei vita, che ti prometto tutte le promesse del mondo. Poi inizierai tu ad essere il mio sole, la mattina, che mi sveglia, la notte, che c’è comunque come lampadina sul mio comodino. Sarai tu la mia stella, il mio obbiettivo, il mio punto di riferimento. Una sorta di stella cometa. La mia musica, la nostra traccia la suonerai tu con i battiti del tuo cuore.Il mio pregio sarai tu, e i miei difetti sarò io. La mia parola preferita sarà il tuo nome che m’appiccico ovunque. Come dei poster di cantanti o attori. Me l’appiccico anche sui ricordi, così appariranno più belli. Così sarò anche più forte, e quando mi torneranno in mente mi ricorderò anche di te, e saprò sorridere. Infine, il mio "forever" più grande, più elegante, più sincero sarai tu. Per sempre, noi forever. Tu forever. Sarai quel qualcosa che uno si blocca e sta a pensare a come descriverlo, a che parole usare. Sarai quel discorso che uno c’ha paura di fare, che uno c’ha paura di sbagliare e di rovinare tutto. Sarai il mio forever.

sabato 14 maggio 2011

mi sposti in base alla tua idea...

dicono che tutto sia già stato scritto, che è inutile ammazzarsi tanto per salvarsi, per essere migliore agli occhi di qualcuno che, in fin dei conti, tutti pregano e nessuno mai ha visto. Destino, ma cosa sei? Non t'ho mai capito e se non mi ci fossi messa d'impegno forse avrei pure trovato una giustificazione a questo, ma io imperterrita ho scavalcato tutti i muri postimi di fronte, affrontato mille difficoltà, ucciso mostri nella notte e bugie con la luce del giorno. E niente. Non t'ho trovato. Poi ho ripreso la lotta, non dormivo neanche perchè dicono che di notte ci si convince che tutto ciò che farai il giorno dopo è tutto più facile e non potevo perder tempo. Occhi sbarrati, mente sagace e corpo eretto. T'ho affrontato, ma non t'ho trovato. Anni ed anni di preparazione e te non c'eri. Non era funzionato il giochetto di scrivere su un pezzo di carta tutto ciò che volevi dire a qualcosa che o è troppo lontano da te o che neanche conosci e poi bruciarlo. Fino a quel giorno era sempre stato un gran successo, mi ricordo che lo facevo da piccola, quando nonna mi mancava e mi convincevo che quelle parole, sotto forma di fumo, arrivassero a lei fino in cielo. Niente, neanche così t'ho conosciuto. Allora mi son rassegnata, ti ho messo da parte come si fa con i giocattoli vecchi. Basta ti vivo senza paura pur non conoscendoti. Tanto te sei già stato prestabilito e cambiarti non posso. Volevo solo sapere se mi è concesso rincontrarlo, sai...mi manca da morire....

arriverà...

forse tra qualche tempo conoscerò chi mi salva sempre. Lo troverò così, per caso, come si trovano le conchiglie sul basgasciuga e ci riconosceremo dall'odore e dalla temperatura delle mani. Magari saremo opposti oppure troppo simili per non essere quel qualcosa in più che alla fine tutti cercano. Ti troverò e dopo un "ciao, benvenuto in me" ti porterò per sempre con me. Ti farò stancare di me, di quel paese che ha un promontorio buffo, dell'accento improbabile degli abitanti, delle mie folli abitudini, dei miei aggettivi ripetuti ed alternati e delle virgole che pongo con cura. Mi conoscerai e forse non te ne andrai. Forse, perchè a questo mondo di sicuro c'è solo la morte. Quella si che ti frega. Staremo insieme giorno e notte, nelle albe più fredde e con i tramonti più rossi, con le nuvole o sotto il sole prendendoci per mano dopo l'ennesimo litigio. Non t'immagino sai? Anche fantasticando non so come tu possa essere. Biondo, moro, occhi azzurri o verdi questo non m'interessa. Io voglio solo che ci sia un "salvatore" anche per me in questa vita strampalata che a volte mi porta verso l'oblio più profondo. Lo sento che ci sarà, è scritto da qualche parte dentro questo destino che di rendermi felice, almeno per una volta, proprio non ne vuole sapere. Ma non mi arrendo, no che non lo faccio. Aspetterò ora, per sempre, fin quando ce ne sarà la forza: so che per te ne vale la pena...

martedì 10 maggio 2011

si pensa, si spera, si vive...

domani dicono che ci sia un gran bel terremoto a Roma, beh di certo da me arriverà. Non so se crederci o no, un po scettica lo sono, però un po di paura ce l'ho. So per certo che queste cose non si possono prevedere: i terremoti sono gli "scherzi della natura" per eccellenza, però chissà, certi non si può essere. E poi perderei tanto ora, ci perderei e guadagnerei allo stesso tempo. Avrei paura di affrontare tutto quel caos, quelle macerie e la brezza marina infastidita dalle grandi nuvole di polvere; avrei paura di ritrovarmi da sola in mezzo al nulla, di non farcela e di aprire a fatica i miei occhi verdi; avrei paura di salire in Paradiso e ritrovarti davanti a me, bello come eri in vita, pronto ad accogliermi a braccia aperte. Ma i nostri sono tutti sogni proibiti. Sono propri di tutti quelli che sta notte dormiranno vestiti, con una torcia in mano ed uno zaino in spalla, pronti a scappare fuori all'aperto appena intuito un piccolo movimento. Magari questa è una burla di quelle grandi e domani ci rideremo su come pazzi. Massì alla fine andrà a finire così. Non ti rivedrò, andrò a scuola, il 3 giugno farò quel maledetto compito di greco classico, riabbraccerò il mio migliore amico, parteciperò a quei due concorsi per cui scrivo da una vita ed i miei occhi saranno cullati dall'alternarsi del giorno e della notte. Sicuramente così andrà a finire. Tutti i telegiornali parleranno di quella sciagura tanto attesa e mai avvenuta e scherzandoci su anche domani passerà...infondo infondo domani è il compleanno di Tay, non si può spegnere una Tigre il giorno del suo diciottesimo compleanno!!


Ho lasciato cadere, il mio cuore e mentre cadeva anche tu lo rivendicavi. Era buio e stavo bene, fino a quando hai baciato le mie labbra e mi hai salvata. Le mie mani sono forti, ma le mie ginocchia erano troppo deboli, stai tra le tue braccia senza cadere, ma c’è un lato di te che non ho mai conosciuto, non ho mai conosciuto. Tutte le cose che dici che non sono mai, non sono mai state reali, ed i gioco a cui giochi, tu vincerai sempre. Ma ho dato fuoco alla pioggia, guarda posarsi sulla tua faccia, lasciala bruciare mentre piango, perchè ho sentito urlare il tuo nome, il tuo nome!Quando sono con te potrei rimanere lì, chiudo i miei occhi, e sento che ci sarai per sempre, tu ed io insieme, non c’è niente di meglio! Perché c’è un lato di te che non ho mai conosciuto, non ho mai conosciuto. Tutte le cose che dici che non sono mai, non sono mai state reali, ed i gioco a cui giochi, tu vincerai sempre. Ma ho dato fuoco alla pioggia, guarda posarsi sulla tua faccia, lasciala bruciare mentre piango,perchè ho sentito urlare il tuo nome, il tuo nome!Ho dato fuoco alla pioggia e mi sento persa nel...E sentivo qualcosa di bello, perché sapevo che questa era l’ultima volta, l’ultima volta! A volte mi sveglio accanto alla porta, andato…in attesa anche questo.Io non riesco a smettere di pensare al futuro. Ma ho dato fuoco alla pioggia, guarda posarsi sulla tua faccia, lasciala bruciare mentre piango perchè ho sentito urlare il tuo nome, il tuo nome! Ho dato fuoco alla pioggia mi sento persa nel tuo cuore…Perché sapevo che questa era l’ultima volta, l'ultima volta...

_ set fire in the rain; Adele _

domenica 8 maggio 2011

dove finisci tu, comincio io...

"chiamalo destino quel percorso naturale che due puntini d'universo raggiungono la strada che l'illumina d'immenso" dicono. Dicono che la coincidenza ci farà incontrare, tenere per mano, litigare e far pace con dolci baci; dicono che ci lasceremo e riprenderemo mille e più mille volte perchè dove finisci tu, inizio io, perchè il cuore mio non è più, perchè ho dimenticato tutto, per fino come ci si allaccia le scarpe, per farti posto, per catturare ogni tua minima espressione e capire ogni tua parola non detta. Spero di non vederti mai abbandonare questo cammino, mi farebbe male: enormemente. La confidenza mischierebbe le carte, non ci farà distinguere più i nostri profumi, i nostri corpi, i nostri pensieri buttati alla rinfusa. Saresti un pensiero fatto per peccare in una stanza rosso passione ed un cuore che brucia più dell'inferno. Nati per essere irraggiungibili, distanti metri e metri, ma un giorno poi saremo io tuo e te mio, un po come si fa con i posti a tavola "io mi siedo qui, di fronte a te...non voglio perdere neanche un secondo di questo spettacolo che sei tu!" ti dirò. Sorriderai, riempirai di luce quegli occhioni che t'invidiano persino le stelle e mi farai cadere ai tuoi piedi. Dio che hai fatto a quella razionalità tipica mia, a quell'insicurezza compensata da te, a quelle parole tenute segrete nell'inchiostro per anni, ad un "ti amo" stretto alla gola dalla paura che ora ritrovo urlate per tutto il mio Paese?? Questo è il senso di un momento già perfetto, questo è il punto da cui iniziano tutti i miei guai!! 

sabato 7 maggio 2011

un ti voglio bene sospirato...

giorno speciale direi. Giorni che capitano una volta l'anno, un po come la falsità racchiusa nelle tavolate natalizie e gli auguri scambiati con persone che fino a tre secondi prima eri solito prender a parolacce. Oggi è il tuo compleanno, quarantanovesimo compleanno, per la precisione. Quarantanove anni di infinite ingiustizie, passati con un padre andato via troppo presto e mai amato, nato tra schiaffi morali e corporali, nato in una casa troppo piccola per tutti quei fratelli che non ti hanno mai coccolato né viziato, con una mamma troppo sola e all'antica per poterti aprire le porte del mondo. Eh già, le coccole. Te non eri in grado di farle e forse neanche ora lo sei, ma te sei così. Sei il papone dei giorni no, quando ci appiccichiamo per un nonnulla, sei il papone dei giorni sì quando prendi la macchina e mi porti al mare e sei il papone davanti alla playstation perchè te i giochi non li hai mai avuti. Che infanzia triste la tua, senza cibo per l'anima e per il corpo, senza soldi per te e la tua famiglia, senza una mano pronta a sorreggerti nei momenti di difficoltà, senza qualcuno che ti indicasse la retta via o una parola di conforno: nulla. Solo questo c'era intorno a te. Ogni volta che mi racconti qualcosa di te mi sale la malinconia: mi sembra di vivere una favola; quella di Cenerentola al maschile però. Non riesco ad immaginare quel nonno che non ho mai conosciuto come una persona così severa e arguta, privo di sentimenti e pietà nei confronti di un piccolo angioletto che dorme tranquillo nel suo lettino. Non pensavo che queste cose esistessero, le vedevo troppo lontane da questa realtà viziata e insensibile. Sì, è vero. Io e te siamo troppo diversi, gli anni, la testardaggine, le diverse abitudini e le visioni del mondo opposte ci fanno sembrare ostili, ma in fin dei conti io e te lo sappiamo che le cose non stanno così, lo sappiamo tutti e due che quel giorno mentre tornavi da Roma il cuore ci batteva forte e le lacrime a stento restavano negli occhi, lo sappiamo tutti e due che se ci attacchiamo è solo perchè te hai una giusta visione della realtà, di un fato già prescritto, della cattiveria innata della gente e di un mondo infelice: io invece ti combatto. Ti combatto perchè non voglio vedere o nero o bianco, mi voglio godere tutte le sfumature del grigio, anche se fanno male e se ti lasciano il magone alla gola. Ti combatto così, con semplici parole, anche se a volte non sono quella di una figlia perfetta e di questo me ne rendo conto, ma per me tutto passa dopo tre secondi, perchè lo so che te ci doni tutto quello che non hai mai avuto, ci ami come non ti hanno mai amato, ci rendi felice impoverendo te stesso e pensandoti sempre per ultimo. Litigheremo anche, ma per me rimani sempre il miglior papà, quello che ama i miei ricci, che mi rimprovera sempre, che mi dice di prendere esempio dalla sua cocca preferita, che non mi chiede mai come è andata a scuola, non s'interessa dei miei voti perchè ha fiducia in me, che si dimentica le cose dopo cinque minuti, che mi definisce imbranata nella guida ma ingegnere nelle cose!! Sta sera le mie parole sono tutte per te, quelle che non ti ho mai detto e che magari mai ti farò leggere, quelle che per te non ho mai usato perchè forse non t'interessano e mai le capirai... vabbè io ci provo, ci provo a dirti che TI VOGLIO BENE, che sei il migliore e, anche se sei troppo capoccione come me, cercherò di fare la brava e diventare ciò che tu voglia che io sia...

mercoledì 4 maggio 2011

onde...

"Onde" risuona, Einaudi in sottofondo crea il miracolo mentre io e te diamo vita a noi. Mille perplessità. Il momento del forse, ma poi e quando; il momento mio e tuo costruito da abbracci spontanei in un mondo che, se si avvicina, è solo per colpirti meglio. Intensa la musica ricalca i tuoi movimenti, quelli spontanei di sempre e quelli sottilmente intimiditi, ma rafforzati da parole d'amore. Fuori c'era il sole, ma in noi l'arcobaleno era più splendente. C'era la timidezza mia, la forza tua, i silenzi miei, la sicurezza tua, gli occhi verdi miei, il corpo glabre tuo, le smorfie mie, il piacere tuo, l'amore mio e l'amore tuo. Era un po come una climax, una di quelle che parte con un bacio e arriva al punto massimo del piacere, quello che con te è facile da provare, che con te tutte vorrebbero provare, quello di cui te sei un maestro, che ti riempe il cuore, la testa e il corpo. Le note continuavano a scorrere, lente lente ed io e te sempre più vicini, stretti stretti. Il mondo quel giorno non esisteva, te lo eri per me ed io per te. Il mondo si fermava fuori da quella porta e dentro quella finestra, il mondo ci invidiava e noi ci allontanavamo da lui. Stavamo creando un nuovo pianeta, un nuovo mondo, una nuova esistenza, una nuova vita e nessuno ci poteva fermare. Cercavi le mie mani, le incastonavi nelle tue e le portavi alla bocca. Rimanevo immobile a guardarti: sei una meraviglia! Ora le note andavano via via scemando...Ludovico aveva terminato il suo racconto, le onde erano tornate nel letto marino, il sole si era annuvolato, ma io e te continuavamo a comporre: la nostra storia...

vivi, vivendo te...

le parole che non ti ho detto. Quel vaffanculo tenuto per troppo tempo stretto nella mia gola, quello schiaffo intrappolato nelle mia dita, quel rimprovero da farti ascoltare con toni alti, quelle lacrime che dovevo farti uscire  a tutti i costi. Le persone non vanno usate, le parole non vanno dette e cambiate solo perchè hanno fatto del male. E' un po come funziona per un sasso lanciato e una monetina nella fontana. Quelle se ti ci impegni un po puoi ritrovarle, ma le ferite compiute da una parola non puoi tanto facilmente ricucirle. Non te ne rendi conto ma è così. Dio che stupida che sono! A volte mi rendo conto di aver dato tanto a chi nulla a fatto e un tremito nervoso mi pervade tutto il corpo. Non posso permettere agli altri di farmi prendere in giro sempre e costantemente e pure lascio loro libero spazio. Si prendono gioco di me ed io imperterrita faccio finta di niente. Forse mio padre a ragione, ha ragione nel dire che sono tutto fumo e niente arrosto, che si deve rendere impossibile il possibile proprio come gli altri fanno con noi, che l'amico è bello ma il me lo è ancora di più, che oggi ci sono e domani chissà, che la vita vola via e bisogna seguire se stessi, al massimo farsi inseguire. Forse lo attacco tanto perchè ha ragione, so che ne ha, ma voglio smentirlo, perchè la realtà fa male, male da morire. Usa-getta. Mi ribello da sola rimanendo inerme con gli altri, dico di no e faccio il contrario, penso di sì e sto ferma. Contraddittoria è dir poco! Ma infondo io sono anche questo. Quella che c'è sempre e gli altri no, quella che rende possibile tutto e gli altri no, quella che una parola ed un'abbraccio ce l'ha per tutti e gli altri no, quella del "prima tu e poi io" e gli altri no, quella dell"adesso basta" e poi non lo è...prima o poi imparerò, imparerò che nella vita è prendere e scappare, esserci da lontano e aiutare nel possibile. Imparerò a vivere sola...

martedì 3 maggio 2011

noi:melodia eterna...

Sai come si dice in inglese studiare a memoria? By heart, col cuore. Ecco in questo senso intendo. 
Conoscere una persona by heart, a memoria, significa, come quando ripeti una poesia, prendere anche un po' di quel ritmo che le appartiene. Una poesia, come una persona, ha dei tempi suoi. Per cui conoscere una persona a memoria significa sincronizzare i battiti del proprio cuore con i suoi, farsi penetrare dal suo ritmo. Un po come quando al liceo ti hanno insegnato a leggere in metrica. I primi giorni c'è chi rischia di dare testate al banco, chi sbatte a tempo il piede per terra, chi lo segna sulle parole e chi, invece, preferisce stare in silenzio. Ecco, by heart vuol dire questo, stare in silenzio, catturare il ritmo altrui ed inserirselo nelle vene e nel cervello. E' un po come seguire una moda. Magari i primi giorni sbaglierai l'accostamento dei colori, ma se sbagliando s'impara, dopo un po di tempo sarai una vera stilista. Un po come ho fatto con te. Zitta, zitta, ti ho ascoltato e non sentito ed infine mi sono fatta spazio tra le macerie umorali tue...quello che ne è uscito è stato un capolavoro. Perfetta melodia, perfetta sincronizzazione, perfetti maestri di arti sperimentali. Sarà che le cose belle suonano bene e colpiscono subito all'orecchio. Sarà che ognuno di noi compone una propria melodia  e, suonandola, attira verso di sé la sua anima gemella, quella da cui era stato separato per volere di Dio. Sarà che tutto, forse, è veramente scritto e che, una volta compiuti i disegni divini, ci si deve solo limitare a seguirli; sarà che sto tremendamente bene con te ed il sol pensiero di non averti mi fa perdere la voglia di suonare. Io suono sì, ma solo per te, per far nascere questo noi:melodia eterna.

scelgo, scelgo...!!!

non le hanno ancora inventate le parole che fanno le carezze ecco perchè tra una lite ed uno schiaffo scelgo la musica strana nelle giornate no; ecco perchè alla tempestività che mi incute terrore scelgo ritardi interminabili, e pure i sogni impossibili. Scelgo gli amori sbagliati, le lettere mai spedite, i baci in attesa di esser dati; e le paure, e i pianti. Scelgo loro perchè, nella massima instabilità ci trovo me stessa, quella che troppo ovattata non ci sa stare e troppo protetta si sente soffocare. Tra la novità e la monotonia scelgo il concerto a cui non sono stata, le foto sceme con il mio migliore amico; scelgo il pupazzo accanto al letto e la matematica che mi ammazza. Scelgo le ore a pensare e quest'aria assurda da depressa nei pomeriggi lungo il mare ; e i libri di un amico speciale che ti fanno innamorare. Nella vita strampalata scelgo le battute che non fanno ridere, e scelgo la passione smodata per i supermercati. Scelgo l'offerta dei messaggi, le ricette finite male, i lavoretti alla Art Attak che non sono capace, la scrittura iperprecisa, gli occhi verdi, le mani fredde, il cuore caldo, la voglia di averti accanto più di ogni altro. Scelgo tutti gli errori commessi, senza lasciarne fuori neanche uno; e ogni singola frazione di passato. Nelle notti senza stelle, dove prender sonno mi è impossibile, scelgo di fantasticare con la mia mente, scelgo di fare viaggi infiniti e gratis, scelgo di stare con chi più mi piace, scelgo di star con lui che bene mi fa. Scelgo l'italiano, la mia super preparazione, scelgo una penna blu che mi sa più di ordine ed un dizionario di sinonimi e di contrari, scelgo una libreria colma di polvere di stelle, otto libri iniziati e venti finiti, scelgo un segnalibro della mia vita, un fiore od uno straccio di stella nel mio futuro immaginario... Scelgo me, insomma, scelgo sempre e comunque me. Me che non mi abbandona mai, me che trovo sempre e che sempre ci sarà...

parli.AMO ancora...

Vorrei dirti che al caffè preferisco sempre un cappuccino; che il cornetto mi piace semplice,che il tè lo prendo col limone, e sulle patatine metto la maionese. Vorrei dirti che i colori un po li odio, mi mettono tristezza, che al celeste preferisco il nero, che il mare lo amo di inverno e che in confronto agli uomini preferisco il mio cane. Vorrei dirti che quando piove di solito dimentico l'ombrello, e che quando ce l'ho puntualmente me lo ruba il sole. E poi quando posso guardo ancora i cartoni animati, e leggo le favole, quasi sempre le stesse. Vorrei dirti che mi mangio sempre le unghie, quando sono nervosa; che se rido troppo forte arriva persino a mancarmi il respiro, le lacrime mi escono e non trovano una fine. E il desiderio che esprimo è sempre lo stesso, a tutti i compleanni, tutte le notti di San Lorenzo, tutte le volte che strappo la carta di un regalo. Vorrei dirti che la matita nera sugli occhi mi fa sentire più bella; che se mi abbracci e la mia sciarpa sa di te, potrei non levarla mai più. Vorrei dirti che, dipendesse da me, vivrei sepolta sotto tutti i libri del mondo, sotto pagine e pagine bianche, con mille penne colorate tutte intorno. E se faccio tardi, quasi sempre, è perchè aspettare mi mette addosso la paura. Paura di non essere all'altezza, di non essere troppo bella e al tuo stesso livello. Vorrei dirti che scrivo perchè senza lei non so parlare; vorrei dirti tutto, di nuovo, di me, se prometti che non ci perderemo ancora una volta, se prometti che resterai con me, qui, ora e per sempre.

domenica 1 maggio 2011

una scatoletta sarebbe meglio...

note strampalate in un cuore ricucito. Uno di quelli che la felicità non l'ha mai provata, uno di quelli che ti donerebbe tutti i battiti solo per averne uno tuo, uno di quelli che per gli altri fa tanto e, in cambio, riceve il nulla più profondo. Come funziona ancora non l'ho capito. Dicono che metterlo in un ripostiglio non va bene, soffrirebbe troppo; sarà che il mio è difettoso. Soffre sempre e comunque. Boh valli a capire 'sti marchingegni sofisticati!! A volte, poi, vorrei buttarlo nel primo cassonetto che incontro. Percepisce il battito di un altro cuore, uno di quelli avvicinatosi per scappare poi a gambe levate, e subito diventa una malattia. Una volta batte e mille no, non so cosa gli succede!! Devo farmelo cambiare, farmi mettere uno di quei cosi lì, sì quelle scatolette che costano tanto, quelle che fanno "tum-tum" e basta; che non cambiano mai intensità né suono. Almeno sarei sicura di star bene o almeno di non avere un cuore egoista e che cerca solo il suo, di bene. Forse così, con i "tum-tum" regolari, 75 battiti al minuto, sangue limpido e cervello libero, per un po di tempo dovrei viver bene. Vivrò fin quando non troverai la pecca del mio cuore artificiale e ti inserirai al posto delle batterie. Tanto te così sei. Vieni, mi fai ammalare; vai via, mi fai morire; torni, mi fai risuscitare dandomi una cura e poi te ne rivai. Come ti allieta giocare con me. Aspetta solo che trovi il tuo antidoto, poi mi divertirò io...

voglio il tuo profumo!!

volevo proprio vedere, se era vero, che ognuno di noi c'ha un profumo. Ti ho annusato, proprio come i cani fanno fra di loro, per vedere se si piacciono. E ho anche sentito il tuo profumo: il tuo odore. Mi è rimasto dentro, mi ha preso, abbracciato e perforato la pelle. Inizia a torturarmi, ma volevo vedere se riuscivo a vederti senza occhi. Volevo vedere com'eri secondo la mia pelle, i miei sensi, il mio cuore, ma non secondo i miei occhi. Quelli vedono quello che gli pare. Ti ho sfiorato sai? Non penso che te ne sia accorto perchè ho fatto piano piano, un po come te sei entrato nella mia vita. Mi sono avvicinata a piccoli passi, ti ho tolto quella coperta da sopra che non rendeva giustizia alla tua bellezza ed ho riempito i miei polmoni di te. Inspirando più che potevo ti ho visto accanto a me, su di me. Tornata a casa, sdraiata sul letto non ti avevo vicino, ma ti avevo dentro, sì dentro un po come le 33 vertebre, le 12 ossa del cranio e lo sterno. L'odore di te, pure quello mi appaga! Scommettiamo che ti vedo anche se non ti vedo? Oramai riesco a giocare con te, a fare tutto quello che voglio, oramai ti conosco piucchebene, piuccheamemoria, e sei fottutamente bello. Ora capisco perchè i cani si annusano... se non ti piace il profumo di una persona figurati se t'interessa lei!!!

in teoria lo ami e in pratica pure...

amore è quando una persona più un altra persona non fanno più due persone, ma ne fanno una, unica. Lo so, con la matematica ci do sotto, eppure 'sto blog non mi torna. L'amore è quando due si guardano e si perdono l'uno negli occhi dell'altro, si imbambolano per qualche secondo, stanno in uno stato sognante. O è quando senti un coso allo stomaco appena lo vedi o appena lo senti. L'amore è quando teoricamente ti piace una persona, e praticamente pure. O quando ti senti in colpa dopo averlo guardato. O quando speri che in una strada dritta lui si giri, casualmente, nello stesso momento in cui lo stavi guardando anche tu. Amore è quando hai i brividi ma non hai freddo. Amore è quando speri fino alla fine, quando ci credi, quando ci metti tutta te stessa; e poi vuoi solo vedere come va e basta, poi vuoi solo stare a fissarlo e basta e poi stai con lui e il resto non importa, non ha senso. Amore è quando sei gelosa di una cosa che non è tua. Amore è quando vorresti correre e prenderlo prima a pugni e poi a baci. Che poi sembra tutto così bello 'sto amore, che poi quando lo provi, sulla tua pelle capisci che è una bella cavolata. Alla fine arrivi a pensare che l'amore è un'epidemia diffusa dalle industrie di cuscini e dalle fabbriche di cioccolata solo per guadagnare di più. Oppure è una malattia, che una malattia non può essere, perchè non c'ha una cura: c'ha un calmante e c'ha un migliore amico, l'amore. Dico la cioccolata calma, il cuscino serve. Amore è quando soffri, è quando fuori ridi e dentro piangi; amore è una maschera che ti metti, è una maschera che ti cambia; amore è quando ci caschi, ci caschi come una stupida, ma non ti alzi più; amore è quando sei con lui e basta, quando il resto non ha senso perchè non esiste. Che poi stai lì. Speri fino alla fine, con una barretta di cioccolata in mano, cuffie alle orecchie e un cuscino sulle gambe. E speri. E aspetti. Chissà come andrà chissà se in una storia ci si incastrerà...