domenica 29 maggio 2011

urlo nel cuore...

e 'sto mondo comincio ad odiarlo. Madri che rinnegano i figli, fratelli che insultano le sorelle, nipoti presi a parolacce dalla finestra. Ma che mondo è questo? Dove sono i vecchi valori?? Tenere dentro le parole solo perchè non puoi o non devi parlare proprio ora, tornare a casa e vedere tua madre raggomitolata in un letto a piangere come una bambina. Son cose che fanno male, che ti segnano e fanno crescere male. E sei una nonna, una figlia e prima di tutto mamma. E mi fai pure schifo, mi fai schifo te ed i figli tuoi. No, nonno non era così. Lui aveva capito che mamma tutto ciò che faceva era perchè lo amava, amava quel ragazzo ribelle che ancora m'è padre, nonostante nessuno c'abbia mai scommesso un euro. Era l'unico che se allungava una mano verso mamma non era per tirarle uno schiaffo, ma per asciugarle una lacrima; se bussava alla porta era solo per portarle da mangiare che quel corpo mingherlino neanche la reggeva; se le ha dato queste quattro mura maledette è perchè se l'è meritate tutte, mattone dopo cemento. E che gliene frega a loro... basta che dicono puttanate, sì solo così possono essere definite, e poi tutto va bene. Tocchi loro: diffide. Toccano te: silenzio. E mi sono rotta, rotta amenamente il cazzo di considerare te nonna, ma sei un cane anzi manco un cane, che Lylly è più umana e fedele. Sei una merda, una di quelle che perfino le mosche schifano, una di quelle che c'ha otto facce e a malapena un cervello, quella che è risuscitata dopo la morte di un uomo da far santo, quella che è rimasta bambina e se a sedici anni non si fosse sposata forse sarebbe stato meglio. E mi fa male dir certe cose, ma è la verità. Mia madre piange, io non posso far nulla. Mi viene voglia di urlare, mandare a fanculo il mondo intero e devo star zitta. Non mi sei nonna, non mi siete zii, non ho cugini e non ho una parentela materna. Mamma, papà, Monyk, Lylly ed io. Basta. Nessuno più.

Nessun commento:

Posta un commento