sabato 7 maggio 2011

un ti voglio bene sospirato...

giorno speciale direi. Giorni che capitano una volta l'anno, un po come la falsità racchiusa nelle tavolate natalizie e gli auguri scambiati con persone che fino a tre secondi prima eri solito prender a parolacce. Oggi è il tuo compleanno, quarantanovesimo compleanno, per la precisione. Quarantanove anni di infinite ingiustizie, passati con un padre andato via troppo presto e mai amato, nato tra schiaffi morali e corporali, nato in una casa troppo piccola per tutti quei fratelli che non ti hanno mai coccolato né viziato, con una mamma troppo sola e all'antica per poterti aprire le porte del mondo. Eh già, le coccole. Te non eri in grado di farle e forse neanche ora lo sei, ma te sei così. Sei il papone dei giorni no, quando ci appiccichiamo per un nonnulla, sei il papone dei giorni sì quando prendi la macchina e mi porti al mare e sei il papone davanti alla playstation perchè te i giochi non li hai mai avuti. Che infanzia triste la tua, senza cibo per l'anima e per il corpo, senza soldi per te e la tua famiglia, senza una mano pronta a sorreggerti nei momenti di difficoltà, senza qualcuno che ti indicasse la retta via o una parola di conforno: nulla. Solo questo c'era intorno a te. Ogni volta che mi racconti qualcosa di te mi sale la malinconia: mi sembra di vivere una favola; quella di Cenerentola al maschile però. Non riesco ad immaginare quel nonno che non ho mai conosciuto come una persona così severa e arguta, privo di sentimenti e pietà nei confronti di un piccolo angioletto che dorme tranquillo nel suo lettino. Non pensavo che queste cose esistessero, le vedevo troppo lontane da questa realtà viziata e insensibile. Sì, è vero. Io e te siamo troppo diversi, gli anni, la testardaggine, le diverse abitudini e le visioni del mondo opposte ci fanno sembrare ostili, ma in fin dei conti io e te lo sappiamo che le cose non stanno così, lo sappiamo tutti e due che quel giorno mentre tornavi da Roma il cuore ci batteva forte e le lacrime a stento restavano negli occhi, lo sappiamo tutti e due che se ci attacchiamo è solo perchè te hai una giusta visione della realtà, di un fato già prescritto, della cattiveria innata della gente e di un mondo infelice: io invece ti combatto. Ti combatto perchè non voglio vedere o nero o bianco, mi voglio godere tutte le sfumature del grigio, anche se fanno male e se ti lasciano il magone alla gola. Ti combatto così, con semplici parole, anche se a volte non sono quella di una figlia perfetta e di questo me ne rendo conto, ma per me tutto passa dopo tre secondi, perchè lo so che te ci doni tutto quello che non hai mai avuto, ci ami come non ti hanno mai amato, ci rendi felice impoverendo te stesso e pensandoti sempre per ultimo. Litigheremo anche, ma per me rimani sempre il miglior papà, quello che ama i miei ricci, che mi rimprovera sempre, che mi dice di prendere esempio dalla sua cocca preferita, che non mi chiede mai come è andata a scuola, non s'interessa dei miei voti perchè ha fiducia in me, che si dimentica le cose dopo cinque minuti, che mi definisce imbranata nella guida ma ingegnere nelle cose!! Sta sera le mie parole sono tutte per te, quelle che non ti ho mai detto e che magari mai ti farò leggere, quelle che per te non ho mai usato perchè forse non t'interessano e mai le capirai... vabbè io ci provo, ci provo a dirti che TI VOGLIO BENE, che sei il migliore e, anche se sei troppo capoccione come me, cercherò di fare la brava e diventare ciò che tu voglia che io sia...

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