domenica 1 maggio 2011

una scatoletta sarebbe meglio...

note strampalate in un cuore ricucito. Uno di quelli che la felicità non l'ha mai provata, uno di quelli che ti donerebbe tutti i battiti solo per averne uno tuo, uno di quelli che per gli altri fa tanto e, in cambio, riceve il nulla più profondo. Come funziona ancora non l'ho capito. Dicono che metterlo in un ripostiglio non va bene, soffrirebbe troppo; sarà che il mio è difettoso. Soffre sempre e comunque. Boh valli a capire 'sti marchingegni sofisticati!! A volte, poi, vorrei buttarlo nel primo cassonetto che incontro. Percepisce il battito di un altro cuore, uno di quelli avvicinatosi per scappare poi a gambe levate, e subito diventa una malattia. Una volta batte e mille no, non so cosa gli succede!! Devo farmelo cambiare, farmi mettere uno di quei cosi lì, sì quelle scatolette che costano tanto, quelle che fanno "tum-tum" e basta; che non cambiano mai intensità né suono. Almeno sarei sicura di star bene o almeno di non avere un cuore egoista e che cerca solo il suo, di bene. Forse così, con i "tum-tum" regolari, 75 battiti al minuto, sangue limpido e cervello libero, per un po di tempo dovrei viver bene. Vivrò fin quando non troverai la pecca del mio cuore artificiale e ti inserirai al posto delle batterie. Tanto te così sei. Vieni, mi fai ammalare; vai via, mi fai morire; torni, mi fai risuscitare dandomi una cura e poi te ne rivai. Come ti allieta giocare con me. Aspetta solo che trovi il tuo antidoto, poi mi divertirò io...

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