lunedì 6 giugno 2011

troppo facile...

Sarebbe forse stato troppo facile sai, prendersi la mano, guardarsi la punta bianca delle converse logore e camminare non troppo vicini, non troppo distanti, sarebbe forse stato troppo facile sai, viversi e chiamarsi amore, e mai per nome. Noi non ci chiamiamo, noi preferiamo non identificarci, non disegnare netti confini su quello che siamo stati. Le persone sono colori, pigmenti diversi che si mischiano e non tornano mai com'erano. Noi siamo sfumatura, arcobaleno riflesso sull'acqua. Noi siamo, e forse mi basta. Sarebbe forse stato troppo facile sai, ascoltare i tuoi discorsi sull'aumento dell'erba di quel pusher amico, mangiare cioccolata e sentire l'odore di cannella e ginestra sulla tua pelle sempre più scura della mia, sedersi a guardare interminabili film occhi dentro occhi, su di noi potrei scriverci dieci romanzi. Le persone sono di cristallo si rompono e lasciano glitterate scheggie sotto pelle. E con te forse sai, son diventata la fortezza di me stessa. E' bello sentirsi qualcosa, qualcuno nelle tue parole, sentirsi importante al di sopra di ogni futile parole o lettera d'amore che sia, è bello sentirsi incredibilmente bella quando ti viene spontaneo dirmelo sottovoce, di notte, come il ladri, come le puttane in via d'America. Sarebbe forse stato troppo facile sai, mordersi le labbra con i sorrisi senza carta da bollo, accarezzarti i capelli mentre sogni chissà cosa-chissà dove, stringerti la mano ogni volta che le mie dieci dita non bastano a disegnare qualcosa di più bello, più meravigliosamente verosimile, sentirti aprire la porta, di forza e trovarmi a metter fondotinta e eyeliner per esser bella, senza dita in gola a sentirmi spenta. Le persone sono libri, son capaci di farti innamorare. Sarebbe forse stato troppo facile sai, non nascondersi dai riflettori che ti puntano addosso, stare insieme col sorriso sulle labbra, senza chiedersi per chi, cosa, o a quante persone questo possa far male, esser tanto egoisti per tutte le volte che, ci siam lasciati andare senza un valido perchè. Guardarti tornare zuppo e incazzato con qualcuno che di capirti ancora non ne ha voglia, di mettersi in ballo forse, non si sente all'altezza (di te), che si sa io son alta un metro e settantacinque. Le persone sono come i viaggi, parti e non sai mai come (se) torni.  Ultima fermata chiamata, mi son vista il mondo dal finestrino, ho visto le persone-pigmenti colorare ogni giorno il cielo di colori diversi, ho toccato le persone-glitterate ne porto ancora qualcuna sotto pelle, ma sai con te, male non fa, ho letto di persone incredibili e son partita per persone dai paesaggi migliori. Ultima fermata chiamata, sarebbe forse stato troppo facile sai, stringerti la mano e portarti via con me, via in un posto che diverso da te non potrà esser mai. Tu sei il mio posto.

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